Caserta, settembre, fa molto caldo e c’è il sole, Roberto guarda l’ora, chiude il libro di Tecnica delle Costruzioni, prende la sacca e corre fuori dalla biblioteca verso il motorino.  

Bologna, ottobre, cielo coperto e temperatura gradevole, Lara serve un caffè macchiato, dà un occhio all’orologio, si toglie il grembiule saluta il capo e corre a inforcare la bicicletta. 

Livorno, novembre, piove, suona la sirena di fine turno del cantiere e Federico si precipita per essere il primo a togliersi la tuta e lavare il grasso e la sporcizia con una doccia, poi correrà a prendere l’autobus. 

Varese, dicembre, fa freddo e c’è un nebbione omerico, Simona tira giù la serranda del suo negozio, non ha tempo di vedere la poetica distorsione che la nebbia genera sui colori emanati dalle prime luci di natale, sia avvia a passo sostenuto, ma sa che dovrà correre, tra le vie del centro.

Palermo, Gennaio, nonostante i luoghi comuni il freddo è pungente quando Giuseppe finiti di correggere i temi di italiano assegnati il giorno prima, da uno sguardo al telefonino, si alza ed esce dalla sala professori, correndo verso la macchina. 

Padova, Febbraio, la pioggia cade fitta e ha inzuppato Morena, che sul Pullman che corre lungo la statale sta ripassando mentalmente il canto XXVII del Paradiso che la prof domani interroga su Cacciaguida, e intanto riprende fiato per la corsa fatta per salirvi. 

Roma, Marzo, il cielo al tramonto si tinge di un rosso vivo, Gianni uscendo dal proprio ufficio allenta la cravatta, la primavera si avvicina e comincia a far caldo, e correndo si avvia a prendere la metro. 

 Milano, Aprile, una temperatura piacevole accoglie l’avvocato Ilaria, che chiude la porta del proprio studio: ha lasciato li le scarpe col tacco, tanto per andare prendere il tram sa che dovrà correre.  

Pesaro, Maggio, Maurizio si sveglia in un caldo pomeriggio, si prepara la cena da mettere nella lunch box già pronta, prepara il thermos di caffè ed esce di casa di corsa..anche se inizia il turno appena alle 21,sa che se la moto non si accende al primo colpo è già in ritardo . 

Giugno, Firenze, Elisabetta è stanca, fare la guida a un gruppo di turisti svogliati non è un sogno, ma ci si paga gli studi, e  sente i rivoli di sudore scorrerle lungo la schiena mentre in stazione corre verso i binari dei Treni locali.

Roberto, Laura, Federico,Simona, Giuseppe, Morena, Gianni, Ilaria, Maurizio, ed Elisabetta..sembrano non avere nulla in comune se non la fretta: ma non è così, loro sanno; sanno che il latente senso di colpa per il tempo sottratto alla famiglia, allo studio, alla fidanzata o al lavoro di là a pochi minuti svanirà, sanno che altri come loro corrono in quel momento, sanno che magari ci sarà qualcuno pronto a criticare ogni loro decisione, perché si fa troppo o troppo poco, sanno che rischiano di doversi confrontare con chiocce ed esaltati ma sanno anche che questi “scazzi” spariranno al primo sorriso, al primo abbraccio, al primo “maestro/a oggi facciamo partita?”

Perché la vita di porta a FARE lo studente, la barista, l’operaio, l’impiegato o il libero  professionista, ma Roberto, Laura, Federico,Simona, Giuseppe, Morena, Gianni, Ilaria, Maurizio, ed Elisabetta  mentre corrono per arrivare puntuali nelle loro palestre sanno di ESSERE Istuttori minibasket.   

 

 

 

Scritto da Andrea Transi

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