Ci siamo lasciati la scorsa settimana con la promessa di una gara 2 che permettesse di delineare un quadro completo del rapporto Azzurra/gruppo ‘88/basket triestino in generale.

Perchè questa operazione sia possibile dal campo di Mortegliano teatro del derby Triestino valido per la finale regionale propaganda a maggio 2001 sul quale abbiamo concluso gara1 dobbiamo fare un saltino temporale indietro più o meno al 1999: ultimo anno minibasket per gli ’88, gruppo tosto come abbiamo detto, che viene coinvolto in una serie di tornei nazionali di una certa importanza in cui ben figura, vincendo a valanga il torneo della Befana di Aosta, alla presenza dell’allora Responsabile Minibasket Italiano Maurizio Mondoni. 

Ma come sempre,finché c’è stato, IL TORNEO  a tutte maiuscole a cui ben figurare era, e sarebbe ancora…, la coppa Forum Sempronii di Fossombrone: gli ’88 si presentano con una squadra mista Azzurra/Arcobaleno (ribadiamo il concetto..mica tutto era chiaro come oggi..e lo vedrete) e le carte in regola per fare bene, peccato che l’organizzazione sia di diverso avviso, e scelga una formula a gironi da 3, passa solo la prima, che fa sì che una unica sconfitta di misura in una settimana,  col leggendario Belgio, rappresentativa provincia di Liegi, presenza fissa o quasi della finalissima del torneo,   releghi gli azzurrini in 9° piazza. 

Ma che il gruppo sia buono è evidente, l’estate si chiude con la sconfitta in casa in finale al Don Marzari con Pallacanestro Varese, vendicata 9 mesi dopo in finale al Torneo Mazzetto di Padova (vinto oltre che dagli ’88 solo dai ’93 di Ruzzier e Soci); mentre nel secondo anno propaganda, perde in finale al Maggiò di Caserta sempre contro Varese a gennaio 2001, e con il prestito del solo Colli dalla ginnastica sfiora l’impresa a pasqua uscendo solo in semifinale al Garbosi dopo un tempo supplementare con i padroni di casa del Campus. 

Evidentemente però Franco Cumbat questi risultati non bastano e nella sua vulcanica testa qualche cosa bolle ed è qualcosa di grosso: Provare a vincere il più prestigioso torneo della categoria all’eopca, il Viva Keita di Pesaro, miscelando una parte dei ragazzi di Azzurra  cioè Grimaldi, Giraldi, Zotta, Transi, Romich e Diviach con qualche giocatore da lui allenato all’Arcobaleno ed ora passato per accordo vigente all’epoca alla Pallacanestro Trieste (visto? Non tutto era chiaro dal principio),ovvero Bozic, Suber e Petronio, esattamente come faceva per i tornei del minibasket, ma addizionando anche 4 ragazzi di scuola Ginnastica, Cigliani, Colli, Metz e Iadanza: insomma mostrare in giro per l’Italia, senza velleità “di mercato”  visto che Azzurra all’epoca si fermava alla categoria Propaganda, cosa potesse fare una Trieste che avesse scelto di remare compatta.  

Con questa rappresentativa a Pesaro è percorso netto, superati gli avversari come birilli fino a un drammatico quarto di finale con la Scavolini padrona di casa vinto 53-52, canestro di Marco Diviach allo scadere su rimbalzo offensivo, semifinale e finale contro Alfa Omega Roma superate di slancio e coppa portata a casa. 

E qui che la storia da dolce prende una punta di agro: se ci fosse stata una volontà coerente per tenere assieme quella formazione? Da lì a un anno la Ginnastica fu terza in Italia e il Don Bosco, che raccoglieva gli Azzurra e i pall Trieste, uscì dalla finale a 8 solo con Varese poi vicecampione d’Italia e 4 ragazzi tra le due squadre finirono convocati o riserve a casa della Nazionale di categoria; se si fosse ascoltato Franco Cumbat che lo chiedeva ai 4 venti e si fosse fatta una squadra unica? Un What If grosso così per chi l’ha vissuta ma forse anche per una città che forse avrebbe trovato una piccola luce mentre entrava negli anni più bui cestisticamente del recente passato cestistico, con il fallimento della prima squadra e la fuga dei migliori talenti (segnatamente 5/6 nati nel 1988 ) verso altri lidi: è il passato, lo sappiamo, oggi la Trieste dei canestri è strutturata, ma meglio non dimenticarsi degli errori passati onde non ripeterli in futuro.

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