Primo Novembre, sveglia e caffè (se permettete memorabile attacco della sigla del mio adorato Fantozzi rag. Ugo matricola 1001/bis chiaramente dell’Ufficio Sinistri), e, come tutti le persone under 40, anche se qualcuno in vena di intellettualismo etico negherà, il pollice scorre sullo schermo del Telefonino e apre l’icona blu con la F bianca.

Come ogni mattina Facebook offre il solito caleidoscopio di umanità varia: su una popolare pagina locale siora Filipa se lamenta dei auti parchegiadi in divieto de sosta che imbunisi la strada (ok, ok, il nome l‘ho inventato, ma la frase è testuale e virgolettata) , qualche attempato signore particolarmente accalorato pubblica immagini auguranti buona giornata con in primo piano parti corporee di alcune teologhe della Sorbona, qualcun altro scambia il popolare social Network per lo Speakers’ Corner di Hyde Park, molti discutono di calcio ed alcune mie coetanee provano disperatamente a dimostrare a loro stesse di essere più in forma che a diciott’anni. Ma oggi c’è una cosa diversa..ci sono dei visini, assonnati quanto basta, ma anche emozionati il giusto. 

Io quelle facce le conosco? Si, specie se l’effetto sabbia nei miei occhi causato dalla sveglia decide di attenuarsi.

E così riconosco Riky, Pietro, Nicolò e tutti gli altri, facce conosciute tra Mountain Camp, Muggiaestate, Don Marzari e feste Azzurre, e lo sfondo della stazione ferroviaria lascia pochi dubbi, spazzati dallo scorcio del Frecciarossa..Sono i 2008 Tigrotti che vanno al Torneo di Genova.

E allora, come ogni volta che non parto per un Torneo, mi sale il fastidio per non essere lì..alleno ai Tigrotti? No, alleno un qualche gruppo 2008? Assolutamente no, ma so cosa sia un Torneo, e cosa si perde quando “se ne buca” uno.

I tornei storici di Azzurra sono un’emozione, e come tutte le emozioni si collegano a una sensazione e stabiliscono un legame, almeno per me, e così: 

Con la coppa Forum Sempronii di Fossombrone il legame era uditivo: il frinire di cicale che si sentiva dal momento in cui si scendeva dal pulmino fino all’ultima colazione da Otello e che sembrava rendere fisica l’afa di Luglio;

Con il Torneo Adriatica Cup di Pesaro è tattile: quel senso di umido frammisto al tepore che solo la prima sabbia sotto i piedi dopo l’inverno sa dare;

Altresì è tattile il legame con il Giochiamo al Minibasket di Varese, dove già in stazione il freddo umido delle prealpi fa sì che la nebbia sembri qualcosa di fisico;

L’Ultimo nato del Psg, il Memorial Orrigoni di Daverio, richiama il profumo dell’erba tagliata che nelle narici si mescola con le griglie sempre ardenti del Grupo Bireta.

Con il Torneo Mazzetto di Padova il legame è visivo, e se vi sembrerà strano vuol dire che non avete mai visto Prato della Valle a inizio Giugno;

Visivo, e visivo al punto da riempirti gli occhi, è il legame con i tornei della riviera marchigiana, il Porto San Giorgio Va a Canestro e il Trofeo del Mare di Porto Sant’Elpidio: è il giallo delle distese di girasoli che punteggiano la strada da appena si ricomincia a vedere il Mare dall’A14 dopo Bologna fino a destinazione. 

Con il Torneo delle Stelle di Caserta, è questione di gusto, l’esplosione di latte della mozzarella;

Anche il Torneo Ministars di Roseto richiama un sapore, il sapore della Hoegaarden che si mescola agli arrosticini in quello che è  diventato negli anni il vero gusto dell’estate. 

Sono convinto che Matera e Genova, una volta vissuti, lascino sensazioni assimilabili eppure così proprie da marchiarsi a fuoco nella mente.

Alla luce di queste sensazioni, volete che non mi roda? 

Evviva i Tornei, Evviva il Minibasket.