Oggi edizione speciale di Carta Bianca, non ci troverete citazioni cinematografiche o musicali, e sicuramente non ci troverete né deliri né spunti polemici, perché è una lettera d’amore, un amore che dura da 21 anni.

Nel 1998 ero un bambino un po’ pigro e molto chiuso che andava a minibasket senza troppo trasporto né troppo successo, ero insomma uno di quei bambini un po’ troppo alti e un po’ troppo impacciati per sentirsi veramente a proprio agio in un posto.

Però tutto ciò venne spazzato via nel giugno di quel ’98 quando per la prima volta, su spinta dei miei genitori, vista la mia apaticità dell’epoca, arrivai a casa Trieste, contrada Lerpa, Sappada (BL all’epoca): nella mia vita da decenne timido trovai un posto in cui riuscivo a sentirmi completamente “io” essendo contemporaneamente a mio agio con gli altri. Quando il sabato i miei genitori tornarono a prendermi, quasi nemmeno li avevo ancora salutati che già chiedevo loro di rimandarmici l’anno dopo.

Da quel momento, per 3 anni, il Camp è stato IL momento dell’anno, e il luogo dove innamorarsi,della pallacanestro, delle montagne dell’Alto Cadore e di qualche compagna camperina (Ah Miss Camp, con Lele a leggere i biglietti). Mia mamma mi rinfaccia ancora il camp del 2000..non c’erano telefonini, bisognava chiamare dal telefono della casa e per una settimana..mmm..me ne dimenticai..diciamo che male non stavo evidentemente.

Dopo la fisiologica pausa adolescenziale ho cominciato ad allenare in Azzurra anzitutto per Tornare al camp, e quando nel 2005 ho rifatto quella salita in macchina per tornare a casa Trieste, e l’ho rivista tra gli alberi, ho capito come nulla fosse cambiato, e che quello era ancora il MIO posto.

Non può esistere alcuna palestra migliore di quanto sia stata Casa Trieste per un giovane istruttore: all’epoca per chi non lo sapesse facevamo due settimane per motivi organizzativi (la casa poteva tenere 60 ragazzi), una dedicata ai piccoli (fino alla 4 elementare) e una coi più grandi (limite seconda media); una sfacchinata ma anche un divertimento sfrenato.

Si faceva tutto, dal servire in tavola ai ragazzi al dipingere il camp o al montare la temutissima fioriera (ci si metteva un pomeriggio, era appannaggio sempre degli ultimi arrivati). Il tutto assieme a uno staff di esperti e più giovani, che creava un mix perfetto per favorire la crescita dello staff.

Sapete quand’è l’ultima volta che avete pianto per qualcosa che non fosse un lutto? Io si, 26 giugno 2010, sabato, attorno alle 14.30, quando per l’ultima volta abbiamo salutato Casa Trieste..credo di aver smesso tra Rigolato e Ovaro. E le lacrime le ho trattenute molto a stento anche nel 2016, quando in occasione del ventennale dal primo camp siamo andati a rivederla. La domanda dall’anno dopo era chiara in me..come diavolo farò a sentire come “Mio” un camp lontano da Quella Casa,che nella migliore delle ipotesi sarebbe stata un’imitazione pallida, nel peggiore un enorme casino che ne avrebbe snaturato i tratti essenziali?

Mi sembrava impossibile, e invece da quando con Massa e Marco andammo in febbraio a fare un sopralluogo al Villaggio Bell’Italia di Piani di Luzza realizzai che per quanto avessi amato Quel Camp e Quella Casa, sarebbe stato sempre Il camp di Lele, Stefy e Franco, che noi continuavamo, mentre nella nuova struttura avremmo potuto creare un Camp più  “Nostro” inteso della generazione successiva, e questo mi diede motivazione.

Ma è successo qualcosa di diverso, e tutto sommato magico, le caratteristiche del camp “Di Sappada” si sono fuse con le novità, fino a sfumarne i contorni e a rendere il risultato un’evoluzione naturale e stupenda, di cui sono francamente innamorato.E così ancora oggi, quando dopo Rigolato la strada sale e sulla destra appare una casa bizzarra, piena di pietre in facciata, non posso che esclamare come facevamo con Elisa Franzolini, ex camperina e istruttrice, “La Casa coi Brufoliiii” Quella casa non è solo oggetto di questo gioco ormai decennale, ma per me è come la pistolettata dello starter, che fa iniziare LA settimana dell’anno, la settimana del camp

Dal 16 al 22 giugno non prendete impegni..ci vediamo al Mountain Camp.

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